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Social Media e aspetti della professione

Corso ECM Webinar: 16-18 Febbraio 2021

L’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Padova anche quest’anno propone il corso di formazione “Social Media e Aspetti della Professione” in doppia edizione con la modalità webinar. 

La prima edizione si svolgerà nei giorni 16 e 18 Febbraio p.v. ed è rivolto ai vincitori del bando Social Network. Le date della seconda edizione sono in corso di definizione e verranno pubblicate nella presente pagina e nelle pagine social ufficiali.

I crediti ECM riconosciuti sono di 11.7.

Il corso Social Media e Aspetti della Professione è stato strutturato con lo scopo di far acquisire competenze chiave al professionista per ideare, pianificare e gestire ogni aspetto della comunicazione sui social network in ambito sanitario trasferendo un nuovo approccio alla comunicazione: un approccio strategico, creativo e digitale che punta a incrementare l’efficacia delle attività promozionali e a migliorare le relazioni tra aziende sanitarie, professionista e cittadino nel completo rispetto delle normative nazionali e comunitarie. 

L’innovazione tecnologica sta cambiando sempre più ogni aspetto della nostra vita, tra cui anche il modo di curarci. Da un lato il progresso digitale sta cambiando i tradizionali “touchpoint” della Sanità dall’altro consente ai professionisti sanitari di rendere i processi di cura e assistenza più efficaci, sostenibili e personalizzabili grazie a diverse tipologie di strumenti digitali. Tale innovazione tecnologica ha avuto una spinta in avanti con l’avvenire della pandemia da Sars Cov-2 e ha cambiato radicalmente la nostra vita quotidiana mettendo al centro anche l’utilizzo degli strumenti digitali e le modalità di lavoro smart.

Se la connessione “social” facilita lo scambio di informazioni, moltissimi dubbi rimangono su cosa andrebbe condiviso e cosa no. La scienza richiede tempi lunghi per confermare i suoi risultati, tempi proporzionali alla responsabilità delle scelte che questi risultati influenzano. L’immediatezza della condivisione che caratterizza i social media e il bisogno psicologico di risposte potrebbero essere un cocktail esplosivo per la “bad science”. Tuttavia i social media sono hanno un ruolo preponderante nelle nostre routine quotidiane e non possono essere messi da parte se si parla di veicolare un messaggio che ha il potenziale di salvare vite. Nel 2018 dalla WHO (World Health Organization) ha creato delle linee guida che mirano a consegnare agli Stati membri dell’OMS, ai partner e alle parti interessate coinvolte nella preparazione e nella risposta alle emergenze, una guida generale basata su prove e aggiornata su come la comunicazione del rischio dovrebbe essere praticata in caso di emergenza.

Secondo queste linee guida, i social media e i media tradizionali hanno un ruolo all’interno di una strategia integrata con altre forme di comunicazione per raggiungere la convergenza di informazioni verificate e accurate. Per esempio, nell’attività di “mythbusting” l’uso di hashtags già circolanti su un dato argomento si è dimostrato utile per fornire aggiornamenti rapidi, neutralizzando le “fake news”.

I dati dell’Istituto Piepoli sul rapporto tra italiani e social ha mostrato che l’80% degli utenti che fanno uso di social media è alla ricerca attiva di informazioni sulla salute e utilità, come emergenze, eventi e cantieri, ma anche cultura e turismo, quest’ultimi soprattutto per i più giovani. 


La forza della condivisione delle informazioni ha da un lato spinto il cittadino a reclamare risposte in tempi strettissimi, dall’altro “obbligato” gli operatori della comunicazione sanitaria a cambiare modalità di gestione delle informazioni e utilizzare strumenti e piattaforme diverse anche per gestire le emergenze o le direttive ministeriali.

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